Profondo Rosa

Anne Kerner (giornalista e membro dell’Association International des Critiques d’ Art)


Un’inquietante estraneità dell’essere. Tutta l’opera di Agnès Baillon sembra essere impregnata di quella “unheimlichkeit” di cui amava parlare Freud. Questi personaggi ci conducono su un altro pianeta. Un pianeta pieno di busti, come delle steli. E soprattutto di visi. Dei visi per la metamorfosi sia dell’io che dell’altro. Questi visi guardano verso uno “spazio interore” e scolpiscono i tratti di un nostro “doppio”, l’anima dell’individuo che ammaliava Henri Michaud. (…) Al silenzio e alla sospensione dei gesti e del tempo si mescolano il dubbio, l’angoscia, la tensione , la follia. Sì, la follia. Perché quella che un tempo fu allieva di Cremonini continua il suo lavoro captando i molteplici stati d’animo dell’umanità e contaminandosi con gli eventi del tempo più recente.
La fascination du visage.

Hans R. Frohlich


Le sculture di Agnés Baillon rivelano delle emozioni. Le sculture dell’artista francese Agnés Baillon ci fanno scoprire dei pezzi unici in resina, dipinti completamente di bianco, o color bronzo, in cui l’esecuzione particolarmente delicata mette in risalto i giochi sottili della fisionomia umana, impressa, soprattutto, di una serenità vicino al sogno. Agnés Baillon e’ originaria dei dintorni di Montpellier. Animata da una coscienza politica, è insorta contro le installazioni militari nella sua regione e contro il nucleare, per difendere la pace e la libertà.
L’artista pone gli stati affettivi passeggeri al centro delle sue intenzioni, di istanti dove l’ingenuità dei bambini le sono state d’ispirazione. Lavora molto spesso partendo da fotografie di persone del suo staff. I suoi bronzi, che si presentano sotto forma di nudi o di busti, sono ugualmente inediti nel loro genere perché dipinti anch’essi.
(C) MASSIMO MANZELLA per ENTROTERRA