| | "Cappotti"
Luca Cremonesi
Le figure che giocano con il cappotto sono l'attuale massima sintesi che l'arte di Nicola Biondani ha raggiunto.
Figure slanciate, corpi snelli avvolti da un mistico silenzio realizzano quello che per Walter Benjamin è la dimensione dell'aura: l'apparire improvviso di una lontananza.(...)In questo ciclo il gesto del gioco è ciò che permette di scardinare l'effetto meccanico della riproducibilità. Il gioco è sì legato alle regole, ma è anche ciò che permette di superare la mera ripetizione meccanica per tenere continuamente aperta la fertilità del caso. In questo modo il caso prodotto dal gioco nasce dalla semplice e pura creatività. I personaggi con il cappotto giocano con l'indumento caro a Gogol e all'impiegato zelante Akakij Akakievic. Ne emerge una danza silenziosa e plastica che ci richiama il ciclo dei lottatori di Sumo – il gesto rituale del gioco – per eccederli là ove essi non potevano arrivare: la libertà del tempo e del caso.
| | "Arte in Nicola Biondani"
Luca Cremonesi
Guardiamo all’opera di Nicola Biondani. (...) Come poter vedere le arti visive nell'epoca della sovraesposizione mediatica? La soluzione sembra la fuga all'indietro nel rifugio dell'epoca priva di immagini. Il mondo classico diventa la terra dell'Eden! Ma i classici sono tali perché hanno affermato e creato i loro valori, e cioè gli strumenti utili per capire, pensare, interpretare e descrivere la loro epoca. Qui sta la loro potenza, che risiede sempre nella capacità di sapersi porre in modo corretto le giuste domande, e mai sul valore delle risposte date e costruite. (...)E' nella capacità che ogni artista ha di porsi il problema del visibile, di come cioè far vedere ciò che si vede, che l'arte è rivelatrice e non solo, ben intesi, quella contemporanea fin troppo convinta del potere della provocazione come unica soluzione per far accadere rivoluzioni."
| | "Lottatori di sumo"
Luca Cremonesi
"Rito e gesto, dunque, caratterizzano questo sport trasformandolo, come per incanto, in una vera forma d'arte. La potenza dei lottatori di Sumo di Nicola Biondani è tutta qua: nell'aver colto l'importanza di questo binomio che, a ben vedere (e non si tratta di un semplice intercalare), è la diade fondamentale che sorregge buona parte della creazione artistica.(...)Biondani ha colto l'importanza rituale del gesto e i suoi lottatori letteralmente si muovono, lentamente, fino a portaci, alla fine della visione del magico sestetto, alla velocità massima concessa al pensiero e all'arte: il punto di comprensione, quell'assenza incosciente ove, come per magia, d'incanto – là dove “Trasumanar significar per verba / non si poria” – l'arte diventa tale abbandonando finalmente la contingenza dei materiali, dello spazio e della stessa figura scolpita dall'autore."
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