Giuliana Mazzola
L'uomo che non c'è, 2006

La pittura di Henk Olijve è tutta concentrata in piccole immagini dal taglio quasi fumettistico: la tecnica ad olio è rigorosissima e rimanda alla grande tradizione tecnica della pittura olandese; il taglio dei suoi dipinti è invece estremamente contemporaneo nella scelta dei temi, con un unico protagonista dall'aria quasi militaresca che recita la sua parte in improbabili scenari svuotati di ogni elemento decorativo. Quali sono i limiti dello spazio di Henk Olijve? Non ci sono punti di riferimento, non c'è prospettiva, c’è solo un Uomo che cammina, fluttua, recita e che cerca di dare un senso alla sua stessa presenza in quel luogo. Qualche volta altri Uomini lottano e recitano con lui; come un'ossessione, gli antagonisti del protagonista hanno le sue stesse fattezze, sono il suo sdoppiamento. Nei suoi dipinti Henk Olijve ritrae sempre se stesso, usando la sua figura come un oggetto per creare delle performance dalla forte valenza rituale. Si può trattare di singole azioni o di composizioni con oggetti. Poiché il suo ruolo come protagonista si situa in uno spazio del tutto indefinito l'artista riesce a suscitare un forte senso di estraneità, piuttosto che di identificazione. L'ambiente è il mezzo per comunicare con lo spettatore e il pittore lascia a chi osserva il compito di usare il proprio intelletto alla ricerca di una spiegazione del senso del tutto. La sua pittura produce più domande che risposte.
(C) MASSIMO MANZELLA per ENTROTERRA